Casciago
Chiesa di sant’Agostino
e santa Monica
Sant’Agostino a Casciago ? L’inizio della vita cristiana: Prendi e mangia!
“Così parlavo e piangevo nell’amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: “Prendi e leggi, prendi e leggi”. Mutai d’aspetto all’istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte. Arginata la piena delle lacrime, mi alzai. L’unica interpretazione possibile era per me che si trattasse di un comando divino ad aprire il libro e a leggere il primo verso che vi avrei trovato. Avevo sentito dire di Antonio che ricevette un monito dal Vangelo, sopraggiungendo per caso mentre si leggeva: “Va’, vendi tutte le cose che hai, dàlle ai poveri e avrai un tesoro nei cieli, e vieni, seguimi”. Egli lo interpretò come un oracolo indirizzato a se stesso e immediatamente si rivolse a te. Così tornai concitato al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell’Apostolo all’atto di alzarmi. Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: “Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo né assecondate la carne nelle sue concupiscenze”. Non volli leggere oltre, né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono”. (dalle Confessioni di sant’Agostino).
San’Agostino dall’Algeria a Cassiciacum
Autunno 386 – primavera 387 d.C. Sant’ Agostino soggiorna a Cassiciaco nella villa-masseria dell’amico retore Verecondo insieme al fratello Navigio, al figlio Adeodato, alla madre Monica e ad altri tre amici, Alipio, Taigezio, Licenzio, per la durata di sette mesi. Provenivano da Milano, ove Agostino aveva contratto una brutta bronchite cronica per l’umidità e dove era retore presso la corte imperiale.
Verecondo aveva incaricato Agostino di amministrare il fondo e di presiedere ai lavori della villa, che non era signorile ma era una masseria, con anche il lusso di una casa termale, che poteva servire a ristabilire nel corpo e nell’animo chi vi abitava, e nelle giornate piovose dare adito a discussioni filosofiche: sono di questi mesi le opere: “Contra Academicos”. “DE vita beata”, “De Ordine”, “Soliloquia”. Tale soggiorno servì a ristabilire Agostino dai suoi malanni di salute e a preparalo al Battesimo, che avrebbe ricevuto nella notte di Pasqua del 25 aprile 387, insieme ad Adeodato e ad Alipio, nel battistero della Chiesa di San Lorenzo a Milano, dove per mano di San’Ambrogio “le onde battesimali lavarono tutte le macchie della precedente vita, per donare ai neofiti la resurrezione di Cristo”.
Il Rus Cassiciacum era il luogo ideale per staccarsi dalle sue attività di retore a Milano e per meditare, facendo chiarezza nella propria vita. La conversione al cristianesimo era già avvenuta, ed era portata a compimento proprio a Cassiciacum, per la felicità di Monica, madre di Agostino, la quale tanto aveva pregato e pianto quando il figlio si accostò al manicheismo e a brutte scelte di vita. Dopo il Battesimo Agostino s’imbarcherà a Ostia, dove invece Monica morì, e tornò in Africa ove divenne vescovo di Ippona (Algeria).
Cassiaciacum a Casciago?
Arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954, Schuster volle l’edificazione di una Chiesa in Casciago, dedicata a Agostino, Monica e Alipio. Agostino ha soggiornato a Casciago, ecco perché “la nuova chiesa sarà intitolata a lei, in questo modo tutte le madri cristiane mescoleranno le loro lacrime a quella di santa Monica e da lei impareranno a piangere, a pregare, a sperare”. Il 22 settembre 1938 viene consacrata la chiesa. La chiesa di Casciago è stata dunque costruita in un solo anno, tra il 1937 e il 1938, in un paese che contava soltanto circa 1500 abitanti.
Schuster voleva che questa chiesa di Casciago diventasse luogo di preghiera per tante madri angosciate per la cattiva condotta dei loro figli, così che unissero le loro lacrime a quelle di Monica.
La “vexata quaestio” sul Rus Cassiciacum
Dante Isella professore emerito e filologo all’Università degli Studi di Pavia, deceduto nel 2007, ha scritto un opuscolo intitolato: “Alessandro Manzoni e il rus Cassiciacum di S. Agostino”, edito per cura del Comune di Casciago nel 1986. Isella scrive come Manzoni partecipò alle ricerche cui era stato invitato da uno studioso francese, Jean Joseph Poujoulat che stava scrivendo una Storia di S. Agostino, circa quel Cassiciacum in cui Agostino si ritirò nel 386 in meditazione, abbandonata la cattedra milanese di retorica. Il Manzoni fu il primo a stabilire un nesso tra quel Cassiciacum e Casciago in relazione a Sant’Agostino.
Casciago = Cas’ciagh = Cassiciacum. Come nella pronuncia viva dei suoi abitanti e come esito fonetico. Da un punto di vista linguistico era difficile identificare Cassiciacum con Cassago = Cassiacum (oggi Cassago Brianza) ove esiste solo una pietra nella chiesa su cui era voce che il santo avesse celebrato, e un documento del XVII secolo. Il punto di partenza è l’accertamento testuale delle confessioni di Agostino con la sua descrizione delle amenità dei luoghi e l’accertamento filologico che attesta nelle edizioni critiche dell’opera rus Cassiciacum, mentre la lezione Cassiacum appare solo nei codici recentiores et deteriores.