Pellegrini di Speranza incontro al Signore che viene
Il tempo di Avvento ci si presenta quest’anno con due particolarità: ci prepara a entrare nell’anno del Giubileo e vede l’introduzione della seconda edizione del Messale Ambrosiano.
Il Giubileo ci ricorda che su questa Terra noi siamo pellegrini, che tutto ci è donato perché, in fiduciosa obbedienza al nostro Dio e Padre, lo rendiamo bello e capace di dare vita vera e piena a tutti: persone, animali e tutto il Creato nel suo insieme. In questo cammino ci è guida ed esempio Gesù, il Cristo Risorto e il Figlio di Dio che è nato tra noi e che verrà a dare compimento alla storia nell’Ultimo giorno.
Nell’attesa di Lui noi non stiamo seduti oziosi o agitati in ansia, ma pellegriniamo: camminiamo con una direzione ben precisa. I nostri occhi hanno una meta e una guida sicura: la Croce di Gesù è quell’ancora che ci dà direzione, senso e coraggio nel cammino come ben evidenzia il logo del Giubileo 2025.
Il Giubileo segna inoltre un nuovo inizio: liberi dai pesi che ci opprimono e dalle conseguenze delle scelte sbagliate, ci è ridata fiducia, ci è restituito tutto ciò che abbiamo disperso perché possiamo ricominciare il cammino riorientandoci a Gesù, esempio e modello di vita.
Nelle settimane di Avvento avremo modo di approfondire il significato del Giubileo incontrandoci il giovedì sera come adulti che desiderano approfondire la propria fede perché possa incidere realmente sul nostro modo di vivere.
L’introduzione del nuovo Messale Ambrosiano porta la nostra attenzione sul celebrare la nostra fede, in particolare sulla Messa domenicale. La Messa domenicale non è soltanto un precetto da assolvere, ma è l’incontro desiderato della comunità con il suo Signore, è il luogo dove attingiamo il nutrimento per vivere da cristiani la nostra settimana con le sue attività e relazioni. Questo Avvento vorrebbe così essere una occasione per ricordarci la centralità e la necessità della Messa domenicale per la vita cristiana. Una Messa che sempre meno viviamo da spettatori, e di cui sempre più ci sentiamo partecipi arrivando per tempo, lasciandoci coinvolgere nel canto e nei diversi servizi che arricchiscono la celebrazione.
L’augurio per ciascuno di noi e per tutta la nostra comunità è che questo tempo sia anzitutto un tempo in cui stiamo con il Signore e stando con Lui ritroviamo lo stile e la bellezza di essere comunità cristiana che pellegrina nel tempo diventando segno di speranza e di futuro perché ancorata all’amore crocifisso di Gesù e con lo sguardo fisso su di Lui che è pienezza di vita e compimento di ogni attesa del cuore dell’uomo.