Non si diventa santi con il muso lungo
Pensieri di papa Francesco sulla santità
Nella chiesa ci sono i ‘santi della porta accanto’, la moltitudine di credenti che tutti conosciamo. E poi ci sono quelli che vengono indicati come modelli, intercessori e maestri e sono i santi canonicamente beatificati e canonizzati, i quali ricordano a tutti che vivere il Vangelo in pienezza è possibile e bello. La santità infatti non è un programma di sforzi e di rinunce: è anzitutto l’esperienza di essere amati da Dio, di ricevere gratuitamente il suo amore, la sua misericordia.
Non si diventa santi con il muso lungo, ma ci vuole un cuore gioioso e aperto alla speranza. Di questa santità ricca di buon umore ricordiamo tre esempi: il neo-beato Giovanni Paolo I (papa Luciani), il beato Carlo Acutis adolescente milanese, san Francesco d’Assisi con la sua ‘perfetta letizia’. Vi è anche una dimensione particolare della santità: il senso dell’umorismo. Infatti ‘un santo triste è un triste santo’.
Sarà utile fare nostra la celebre preghiera di san Tommaso Moro:
La preghiera del buonumore
Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire.
Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla.
Donami, Signore, un’anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventi alla vista del male ma piuttosto trovi sempre il modo di rimetter le cose a posto.
Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti, e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama “io”.
Dammi, Signore, il senso del buon umore.
Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po’ di gioia e farne parte anche agli altri.
Amen.
vedi “Parola e vita” su questo argomento.