1 – Lui mette tutto sottosopra
Questa parola udita nella mia notte trova conferma quando, in pieno giorno, mi immergo nella Bibbia. Non era un sogno. Lo sanno tutti: Dio si compiace di mettere tutto sottosopra, da sempre. Tutta l’avventura del popolo di Israele lo testimonia. Egli è sempre sconcertante, sempre altrove da dove lo si attende. Dio sempre Altro. Si dice che è proprio questo il segno della sua santità.
Decide di farsi conoscere dagli uomini che crea giorno dopo giorno? Mette gli occhi su di un clan di nomadi: avrebbe potuto scegliere un popolo più illustre! Abramo, il capo di questa tribù, aspettava una mappa, progetti da realizzare e forse anche obiettivi da raggiungere: si dice che Dio gli chieda solo di lasciare il suo paese. Letteralmente si limita a dirgli: “Vattene….verso la terra che io ti indicherò” (Gen 12,1). Non se ne saprà di più. “Abramo….obbedì alla chiamata di Dio….partì senza sapere dove andava”, scrive l’autore della Lettera agli Ebrei (11,8). Dio si dona sempre lungo il cammino, non solo alla fine della storia.
Affinché questo clan diventasse un popolo, era necessario che Abramo avesse una discendenza: è quasi centenario quando sua moglie gli dà un figlio, mentre lei ha appena 90 anni (Gen 17,17) !. Se questo racconto della Genesi può farci sorridere, dice che fin dal principio Dio mette sottosopra tutto ciò che si pensava . Quando dal punto di vista umano sembra tutto perduto, Dio passa. Porta la vita e quelli che si abbandonano a lui e sono considerati folli dai loro contemporanei diventano, con stupore, una benedizione per altri.
Alcuni secoli dopo, prosegue la Bibbia, il popolo ebraico che si è costituito si ritrova in Egitto, sotto il dominio del faraone, ridotto in schiavitù, costretto ai lavori forzati. Eppure non era questo l’avvenire che Dio gli riservava! Nella sua “sapienza” Dio sceglie un balbuziente per negoziare una soluzione con il faraone, ma questi rifiuta……..racconta con enfasi l’autore le libro dell’Esodo[…]
Le storie del popolo eletto, ora stravaganti ora ridicole, sono molte. Dicono la strana relazione che si costruisce tra gli uomini che cercano di sedurre Dio e Dio che si diverte a smontare le loro richieste e a rivelarsi secondo il suo buon volere. Secoli dopo secoli, il popolo di Israele si arrabatta, senza ben capire che cosa sia la libertà alla quale Dio lo conduce. La Legge ricevuta dall’alto, che gli garantiva la libertà, diventa una regola arida, con mille prescrizioni da rispettare, spesso molto pignole. Tutta la Bibbia racconta che Dio, nella sua sapienza, non si lascia abbattere dalle incoerenze di coloro che ama: resta fedele. Ma, sempre pronto a misurarsi con le loro certezze, per evitare che si addormentino su cattive abitudini, crea delle correnti d’aria.
Per guidare il suo popolo a realizzare la sua chiamata, si racconta che Dio si fa in quattro e mette sottosopra quanto si riterrebbe normale. Chiama dei profeti: Amos lo sceglie nell’ambiente dei pastori senza istruzione, Isaia lo va a prendere da una corte regale, Michea lo trova tra i marginali. Rivela il suo pensiero a volte con la voce del giovane Samuele che tira giù dal letto, a volte con quella di uomini più vecchi, laici del popolo o sacerdoti con tutti i crismi, come Ezechiele e Zaccaria. Una cosa è certa: Dio detesta l’uniformità. E’ una buona notizia: per vivere alla sua presenza, non dovremo camminare a ranghi serrati a passo cadenzato.
Ma niente da fare.
Il popolo eletto si crede sagace: in realtà non è che insensato! […] Ripercorrendo le numerose avventure della Bibbia, depone i forti e innalza gli umili: presso di lui è una costante. “Ma quello che è stolto per il mondo, Dio l’ha scelto”, scriverà san Paolo (1Cor 1,27).
I secoli passano: è una catastrofe dopo l’altra. E’ il tempo dell’esilio. Tutto sembra perduto, ma Dio suscita ancora una speranza promettendo che scorreranno fiumi di acqua viva e che le ossa inaridite riprenderanno vita (Ez 37,4) Questo Dio è proprio “folle” e bisognerà leggere tutta la Bibbia per capire fino a che punto.
Ed ecco Gesù
Tale Padre, tale Figlio: anche lui mette tutto sottosopra. Lo si vede bene, Gesù vive della stessa sapienza. Compare sulla scena della storia quando non lo si aspetta. Follia di Dio, nasce in una mangiatoia, da una famiglia improbabile originaria di un piccolo villaggio della Galilea sul quale nessuno scommette. Visti da Gerusalemme. Quelli della campagna non contano nulla.
Gesù si mette alla scuola di un certo Giovanni, un brav’uomo bizzarro, deluso dalla religione. Questo asceta che sembra un profeta ha deciso di lasciare la terra promessa e di stabilirsi sulle rive del Giordano, come se volesse ritornare dove tutto ha avuto inizio. Gesù raggiunge il Battista e si lascia battezzare. […] Lui è l’uomo del vento impetuoso. La sua vita sta in un soffio che viene dal Padre delle origini. Ama appassionatamente la vita dei suoi contemporanei e il loro procedere per tentativi ed errori. Non vuole rinchiuderli in un nuovo sistema religioso. Non pretende di essere un riformatore [..] Il suo casting -non meglio di quello di suo Padre- mi sembra una follia. Avrebbe potuto trovare molto di meglio che questi dodici collerici, incostanti, maldestri e paurosi che ci presentano gli evangelisti. Intorno a lui, una corte dei miracoli. Ci si chiede come ciò possa reggere. Sembra nuotare contro corrente. E’ la sua natura profonda.
Allo stesso modo Gesù si appassiona ai senza voce. Non sta fermo. Si avvicina ai lebbrosi e si azzarda a toccarli. Tra l’altro sa che non si deve fare. E ciò gli procurerà qualche noia! [..] Anche il suo modo di contare mette tutto sottosopra: sostiene che i primi sono di fatto gli ultimi e che quelli che arrivano sul cantiere verso sera hanno diritto allo stesso salario dei mattinieri che hanno faticato tutto il giorno sotto il sole.
Per parlare del Padre, Gesù fa uscire dal suo cappello da narratore delle storielle da far svenire di rabbia chi sa tutto su Dio.
Solo i piccoli e i poveri capiscono la storia del pastore che abbandona il suo gregge per andare alla ricerca di un animale incosciente del pericolo,[…] I religiosi sono irritati dai suoi discorsi e quelli che si credono sapienti lo ascoltano senza sorridere. Con aria altezzosa. Religiosamente. A denti stretti.
Gesù dice che il Regno, la presenza pura di Dio è vicina a ognuno. Probabilmente come nessun altro, sa che al cuore di ogni vita c’è un’altra vita. Segreta. Delicata. Essenziale.
Non ignora di rischiare sempre la vita, tuttavia continua a camminare. Non fa neppure nulla per evitare la morte. L’ultima sera prima di essere arrestato, raduna chi gli è stato accanto, si mette in ginocchio davanti a loro e lava loro i piedi. E’ il mondo alla rovescia: come mai prima d’ora, il maestro si rivela essere solo un servitore. E’ un segno. Vorrebbe tanto che lo capissero!
Condividendo il pane in occasione dell’ultima cena, Gesù osa dire: “Ecco: questo sono interamente io. E ora tocca a voi”. Reinterpreta per loro, e fino ad oggi, il rito della Pasqua ebraica. Così. Per lui, con lui e in lui, un mondo nuovo è arrivato.
Le persone disciplinate dicono che Gesù mette a soqquadro ciò che la religione ha impiegato secoli per ordinare: non stupisce dunque che si cerchi di farlo tacere. Sorprende troppo, dà fastidio, destabilizza.
Gesù chiede a suo Padre di perdonare coloro che lo uccideranno. E’ veramente il figlio di suo Padre!
Pietro non l’ha forse rinnegato? Gesù gli affida la chiesa.
Paolo l’ha perseguitato? Lo incarica di una missione al di là delle frontiere.
Più cha mai egli sembra presente ai suoi discepoli mediante il suo Spirito. Gesù fa tutto alla rovescia. La sua sapienza è follia.
Ed è in lui – risuscitato – che io credo e spero! Ci trascina in una danza. E’ libero come il vento e ci vuole liberi come lui.
Con il vostro permesso, in questo piccolo saggio, mi limiterò alla sapienza che egli infonde nei nostri cuori così spesso stolti.