Gesù salì su un monte per poi tornare tra la gente
Uno sguardo che si allarga per riconoscere la via
Il tempo dell’estate viene abbinato al riposo, alla “vacanza”, ad un prendersi una pausa che poi aiuti a rituffarsi nelle attività che ci tengono occupati, e a volte preoccupati, per tutto il resto dell’anno.
Cercando nel Vangelo una immagine che potesse aiutarci a interpretare questi due mesi estivi, mi è venuto alla mente il racconto della Trasfigurazione insieme a diverse altre occasioni in cui Gesù, da solo o con alcuni amici scelti, “saliva sul monte” a pregare, a passare del tempo con il Padre di cui Lui voleva ascoltare la voce e compiere la volontà.
Guardando a questi episodi nel loro insieme e cercando di trovare nelle abitudini di Gesù un qualche
consiglio per noi, mi pare di poter evidenziare questi aspetti:
- Gesù si prende del tempo per “ricaricare le pile”: non è un tempo vuoto, un tempo speso “a far nulla”, ma un tempo passato con il Padre, origine e fine di tutta la sua vita e missione. Per Gesù, “ricaricare le pile”, voleva dire rileggere e immaginare la sua vita nel dialogo con Dio Padre, ascoltare e dialogare con Lui, fonte della vita. Ci suggerisce così che “ricaricare le pile” non accade per caso, ma solo se ci riconnettiamo con la sorgente della nostra vita, con quell’Amore che poi può plasmare e sostenere tutto il resto delle nostre relazioni e della nostra vita;
- Gesù sale su un monte, così che il suo sguardo possa andare lontano: Gesù non si prende un tempo in cui “chiudere gli occhi” e dimenticare quello che accade nella sua vita. Si prende un tempo per distanziarsi un poco dalla vorticosa quotidianità, così che il suo sguardo possa andare in profondità e in lontananza, così da comprendere meglio cosa stava accadendo tra Lui e i discepoli, tra Lui e le folle… Intravediamo qui un altro consiglio: viviamo questo tempo come occasione per riconoscere dove siamo e quale strada vorremmo percorrere nella nostra vita. Cogliamo delle occasioni per distanziarci un attimo dal presente così da vedere in profondità le dinamiche che lo attraversano per poter riconoscere il prossimo passo che ci viene chiesto nel coltivare e custodire le nostre relazioni;
- Gesù ritorna nella frenesia del quotidiano: le sue “pause” sul monte non erano fughe in solitaria o con gli amici con cui si trovava bene e che non gli davano fastidi. Non fuggiva, ma si preparava a vivere con maggiore determinazione e intensità la sua quotidianità. Traspare qui un terzo suggerimento: Gesù ci invita a custodire l’intreccio dei ritmi della vita, ci spinge a non vivere a compartimenti stagni, ma a lasciare che la quiete e la frenesia restino connessi. La quiete aiuterà a riconoscere la direzione, gli ingredienti e le dinamiche della frenesia, la ripresa delle attività dopo la “pausa” avrà una sua pace che deriva da quanto scoperto e visto “dal monte”, avrà nuovo slancio e motivazione da quanto condiviso con il Padre e con gli amici.
Per aiutarci a “salire sul monte” possiamo riferirci alle letture qui suggerite.
Non ci resta allora che augurarci una fruttuosa estate dove ciascuno, andando “sul monte”, possa poi ritornare consolato e con nuova gioia alla quotidianità, una quotidianità dove incarnare e vivere la bellezza e la pace incontrata “sul monte”.
Buona estate e a presto!
don Emilio