Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Dal 18 al 25 gennaio 2023 si tiene la consueta Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC), che coinvolge le chiese cristiane di tutto il mondo. Il versetto biblico scelto per quest’anno è: “Imparate a fare il bene; cercate la giustizia (Isaia 1:17)”.
Riprendiamo alcuni passi dall’introduzione del documento che riporta le motivazioni e i criteri per la preghiera comune (“Testi per la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2023“).
Il Gruppo di lavoro locale, nominato dal Consiglio delle chiese del Minnesota, ha scelto questo versetto del primo capitolo del profeta Isaia come testo di riferimento per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2023: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, aiutate gli oppressi, proteggete gli orfani e difendete le vedove” (Is 1, 17).
Isaia insegnava che Dio chiede rettitudine e giustizia da tutti noi, in ogni momento e in tutte le sfere della vita. Il mondo di oggi ripropone, in molti modi, le sfide della divisione che Isaia fronteggiò nella sua predicazione. La giustizia, la rettitudine e l’unità hanno origine dal profondo amore di Dio per ognuno di noi e rispecchiano chi è Dio e come Dio si aspetta che ci comportiamo gli uni con gli altri. La volontà di Dio di creare una nuova umanità “di ogni nazione, popolo, tribù e lingua” (Ap 7, 9) ci richiama alla pace e all’unità che Egli ha sempre voluto per il creato. Il linguaggio del profeta riguardo la religiosità del tempo è spietato: “Le vostre offerte sono inutili. L’incenso che bruciate mi dà nausea. […] Quando alzate le mani per la preghiera, io guardo altrove” (Is 1, 13-15). Una volta pronunciate queste condanne sferzanti e identificato ciò che è sbagliato, Isaia suggerisce come rimediare a queste iniquità, e istruisce il popolo di Dio: “Lavatevi, purificatevi, basta con i vostri crimini. È ora di smetterla di fare il male” (Is 1, 16). […]
Imparate a fare il bene
Nella pericope biblica scelta quale tema per la Settimana di preghiera per l’unità, il profeta Isaia ci mostra come curare questi mali.
Imparare a fare il bene richiede la decisione di impegnarsi in un esame di coscienza. La Settimana di preghiera è il momento più adatto perché i cristiani riconoscano che le divisioni tra le chiese e le confessioni non sono poi tanto diverse dalle divisioni all’interno della più ampia famiglia umana. Pregare insieme per l’unità dei cristiani ci permette di riflettere su ciò che ci unisce e di impegnarci a combattere l’oppressione e la divisione della famiglia umana. […]
Cercate la giustizia
L’invito di Isaia rivolto a Giuda a ricercare la giustizia (cfr Is 1, 17) implica il riconoscimento dell’ingiustizia e dell’oppressione che segnavano la loro società. Egli implora il popolo di Giuda di rovesciare questo status quo. Ricercare la giustizia richiede di affrontare coloro che infliggono il male agli altri: non è un compito facile e a volte porterà al conflitto, ma Gesù ci assicura che difendere la giustizia di fronte all’oppressione è la strada per il Regno dei cieli: “Beati quelli che sono perseguitati perché fanno la volontà di Dio: Dio dona loro il suo regno” (Mt 5, 10). […]
Aiutate gli oppressi
La Bibbia ci dice che non possiamo separare il nostro rapporto con Cristo dal nostro atteggiamento verso tutto il popolo di Dio, in particolare verso quelli considerati “più piccoli” (Mt 25, 40). Il nostro impegno reciproco ci richiede di coinvolgerci nella Mishpat, termine ebraico che indica la giustizia riparativa, sostenendo coloro le cui voci non sono state ascoltate, smantellando le strutture che creano e sostengono l’ingiustizia e costruendone altre che promuovano e assicurino che tutti ricevano un trattamento equo e siano rispettati nei diritti a loro dovuti. Questo impegno deve estendersi oltre gli amici, la famiglia e la comunità di appartenenza, e raggiungere ogni essere umano. […]
Proteggete gli orfani e difendete le vedove
Vedove e orfani occupano un posto speciale nella Bibbia ebraica, accanto agli stranieri, in quanto rappresentativi dei soggetti più vulnerabili della società. Nella situazione di prosperità economica del regno di Giuda al tempo di Isaia, la condizione degli orfani e delle vedove era disperata, in quanto erano privati di ogni protezione e del diritto di possedere la terra, che significava la possibilità di provvedere a se stessi. Il profeta, rallegrandosi della prosperità della comunità, invita a non trascurare di difendere e nutrire i più poveri e vulnerabili tra loro. Questa chiamata profetica riecheggia anche oggi e ci spinge a chiederci: chi sono le persone più vulnerabili nella nostra società? Quali sono le voci che non vengono ascoltate nelle nostre comunità? Chi non è rappresentato nei nostri incontri? Perché? Quali chiese e comunità mancano nei nostri dialoghi, nella nostra azione comune e nella nostra preghiera per l’unità dei cristiani? Mentre siamo radunati insieme in preghiera in questa Settimana per l’unità, che cosa siamo disposti a fare in favore di chi non ha voce?
Conclusione
Isaia, ai suoi tempi, sfidò il popolo di Dio a imparare a fare il bene insieme; a cercare insieme la giustizia, ad aiutare insieme gli oppressi, a proteggere gli orfani e difendere le vedove insieme. La sfida del profeta si applica anche a noi oggi: come possiamo vivere la nostra unità di cristiani per affrontare i mali e le ingiustizie del nostro tempo? Come possiamo impegnarci nel dialogo e crescere nella reciproca consapevolezza, comprensione e condivisione delle esperienze vissute?
La nostra preghiera e il nostro incontrarci con il cuore hanno il potere di trasformarci, come individui e come comunità. Apriamoci alla presenza di Dio in ogni nostro incontro, mentre chiediamo la grazia di essere trasformati, di smantellare i sistemi di oppressione e di guarire dal peccato del razzismo. Insieme, impegniamoci nella lotta per la giustizia nella nostra società. Tutti noi apparteniamo a Cristo.