ALCUNE INDICAZIONI RIASSUNTIVE
Si potrebbero prolungare indefinitamente i diversi riferimenti per l’educazione alla preghiera silenziosa. […] gli educatori per eccellenza alla preghiera che sono i sacerdoti, sapranno trarre dal tesoro della tradizione e spiritualità ambrosiana “cose vecchie e nuove” per questo compito fondamentale.
Volendo tuttavia dare alcuni suggerimenti riassuntivi, mi limiterei ai tre seguenti.
Il coraggio del confronto con Dio
Silenzio e adorazione. Allarghiamo in noi e negli altri i momenti di pausa contemplativa, di silenzio adorante. Ci sarà chi lo farà aiutandosi con le preghiere di tipo ripetitivo-contemplativo tradizionali, come il Rosario o la Via Crucis, chi userà piuttosto la “preghiera di Gesù” della tradizione orientale o le giaculatorie o altre forme. Tra di esse è certamente da rivalorizzare la preghiera adorante connessa alla Comunione e davanti al Santissimo sacramento. Si tenga conto quanto i giovani siano sensibili alla preghiera silenziosa.
Lasciare che lo Spirito preghi in noi
Ascolto della Parola e lectio divina. Il silenzio prepari il terreno su cui cade il seme della Parola. Alla luce dell’insegnamento della Chiesa, e particolarmente il concilio, leggiamo attentamente, con calma, il brano del lezionario del giorno, chiedendoci. Quale “buona notizia” è contenuta qui per la mia vita? Oppure percorriamo attentamente un libro della Scrittura, un salmo, lasciando che il messaggio penetri in noi. Facciamo delle pause, e sentiamo verso quali forme di preghiera ci muove lo Spirito del Signore che è dentro di noi.
Tempi esclusivi per Dio
Tempi forti dello Spirito. Ricaviamo per noi e per gli altri dei tempi dedicati soltanto al silenzio e all’ascolto orante. Per questo occorrerà di solito avere luoghi diversi da quelli in cui si svolge la nostra vita, cercare un po’ di “deserto”. Ciascuno deve mettere in programma qualche giornata di ritiro che sia veramente tale. Si promuovano gli esercizi spirituali in quelle forme che insegnano davvero a pregare. Gli Esercizi sono infatti la più efficace scuola di preghiera.
Proposta e rispondenza
Programmare e verificare. Aggiungo un’ultima indicazione, che è di metodo, ma che ritengo importante, se vogliamo seriamente camminare per questa strada.
Bisogna che nei vari ambiti menzionati (in particolare nelle parrocchie e nei consigli pastorali, nei decanati, nelle comunità e nei gruppi) ci si impegni durante il mese di ottobre a rispondere alle domande seguenti o simili:
Qual è la nostra situazione rispetto a questa proposta? Che cosa si potrebbe programmare per far crescere la consapevolezza e per favorire l’educazione alla preghiera? Quali strumenti usare, quali iniziative proporre, quali “segni” concreti suscitare?
Periodicamente, e soprattutto in Avvento e Quaresima, sarà importante operare una verifica di quanto si è fatto e aggiornare il programma a partire dalla esperienza.
Il Signore ci aiuti così ad aprirci sempre più alla sua Parola di salvezza.
Ho scritto queste cose con la convinzione che la realtà più importante a cui la preghiera ci deve orientare è la carità. Questa è la meta finale a cui siamo chiamati. Su questo punto, che mi sta tanto a cuore, cioè sul come la nostra Chiesa deve vivere la carità verso tutti, dovremo un giorno fermarci più a lungo. Ma mi è sembrato che in questo primo dialogo prolungato con gli uomini e le donne di questa nostra diocesi fosse necessario insistere sulle radici personali profonde di ogni nostro fare, di ogni nostro servizio alla gente e specialmente ai più poveri.
La preghiera, come la carità, è un dono dall’alto. Essa ci mette a servizio di una società più giusta. Ci fa vedere il mondo con gli occhi di Dio. Da un dono come questo possono nascere tante cose.
Per intercessione di Maria, modello di preghiera silenziosa, invoco questo dono su di me e su tutti voi.