L’EDUCAZIONE ALLA PREGHIERA EUCARISTICA SILENZIOSA:
METE, STRUMENTI, AMBITI
Come vivere tutte queste realtà nella esperienza quotidiana?
La nostra povera preghiera personale, le nostre semplici letture della Bibbia e i momenti di adorazione e silenzio che riusciamo a strappare all’incalzare degli impegni quotidiani, sono davvero un “tesoro nascosto” che dobbiamo riscoprire nel campo della nostra vita. Si tratta di partire da ciò che già ci è dato di capire e di vivere e di metterci a camminare risolutamente per questa via, con coraggio e spirito di sacrificio, avendo ben chiari in testa le mete, gli strumenti e gli ambiti dell’educazione alla preghiera.
A pregare si impara pregando
1. Occorre anzitutto chiarire la meta.
E’ importante evitare un certo estrinsecismo (proporre l a preghiera come una cosa da fare accanto alle altre, senza capire la sua coestensione alla vita globale del cristiano e dell’uomo) e un certo efficientismo (illudersi di raggiungere risultati immediati, quasi automatici, in conseguenza di certi strumenti messi a disposizione).
Le mete devono essere più modeste e insieme più radicali.
- la consapevolezza del valore cristiano della preghiera.
Occorre rendersi conto dal di dentro che la preghiera silenziosa e contemplativa è indissociabile dall’esistenza cristiana autentica;
- l’educazione progressiva: si tratta di cominciare a fare alcuni passi: importante è farli nella direzione giusta, suscitando e chiedendo la voglia di fare passi ulteriori;
- l’iniziale esperienza: occorre prevedere forme e modi che già immettano le persone, secondo i diversi stadi di maturità spirituale, nel mondo meraviglioso della preghiera contemplativa. A pregare, infatti, si impara pregando.
Alla scuola della Parola
2. Gli strumenti si proporzioneranno alle mete:
- In ordine alla consapevolezza sembrano particolarmente utili:
a) una catechesi ben fatta, distribuita magari in alcuni momenti dell’anno con sussidi appositi. Si tenga ben presente tuttavia che non si dà una catechesi astratta sulla preghiera: occorre contemporaneamente pregare e far pregare, con opportuni esercizi e pause di silenzio. La necessità di unire parola, silenzio e preghiera vale per ogni comunicazione della fede cristiana.
b) Una conoscenza concreta della vita di preghiera vissuta da coloro che hanno la vocazione profetica della preghiera. Occorre favorire per questo i contatti con i vari luoghi e centri di contemplazione per far conoscere il loro modo di pregare.
L’impegno “sul posto”
3. Gli ambiti entro cui vanno messi in atto questi strumenti riguardano le varie componenti della comunità cristiana e i nuclei fondamentali della società umana.
- Il presbiterio con il suo vescovo deve riscoprire il posto della preghiera contemplativa entro il quadro della spiritualità sacerdotale.
- I decanati potranno riflettere su quali iniziative, fra quelle indicate, conviene far convergere, in alcuni tempi dell’anno, a motivo di segno e di stimolo, l’attenzione delle parrocchie e dei gruppi particolari. Va anche presa in considerazione la possibile esperienza di una “scuola di preghiera” da offrirsi da parte di uno o più decanati congiuntamente, in eventuale relazione con luoghi particolarmente a ciò adatti
- Le parrocchie: valorizzino i momenti di preghiera silenziosa già presenti nell’azione liturgica; educhino i vari gruppi alla preghiera contemplativa con gli strumenti sopra indicati, propongano tempi comuni di preghiera soprattutto in connessione con i tempi forti della liturgia annuale, in speciali occasioni di adorazione, offrano strumenti per far pregare i parrocchiani con i tempi importanti della vita. Si tenga presente che la parrocchia, insieme con la famiglia, è il luogo normale di educazione alla preghiera dei battezzati. Dal modo e dal tono con cui si prega, dal rispetto delle pause e dei momenti di silenzio, dalla solennità, dignità e intelligibilità con cui viene proclamata dai lettori la Parola della Scrittura, dalla cura posta nel canto, dipende in gran parte l’intuizione che esiste, al di là della preghiera delle labbra, una preghiera del cuore, e l’invito a prolungarla e a coltivarla esplicitamente. Si valorizza anche l’educazione teorica e pratica alla preghiera che può essere data, in maniera molto semplice ed efficace, in occasione del sacramento della Riconciliazione secondo il nuovo rituale e nella direzione o guida o “accompagnamento spirituale”. Ci si ricordi che anche i bambini sono suscettibili di una profonda educazione alla preghiera, che sappia valorizzare anche i gesti e i segni esteriori.