Messaggio del vescovo Mario per l’inizio delle attività degli oratori
Ci vorrebbe uno sguardo.
Sì, per lo più ci vediamo bene. Ma dove guardiamo? Indietro non c’è niente. Intorno c’è troppo. Davanti forse un’angoscia, una paura. Ci vorrebbe uno sguardo per incrociare uno sguardo amico, benevolo, rassicurante. Tenere fisso lo sguardo su Gesù. Volgere lo sguardo a colui che hanno trafitto. Guardare a Gesù e sentire che Gesù mi guarda. Forse come ha guardato Zaccheo sull’albero. Forse come ha guardato Pietro che piangeva. Forse come ha guardato il cieco che gridava. Stare un po’ di tempo a guardare un volto di Gesù.
Ci vorrebbe una parola.
Basta qualche secondo e il silenzio diventa una noia. Sei lì con tutta la buona volontà, ma subito sei altrove con la fantasia, il ronzio di un cellulare, un piede che fa male. Ci vorrebbe una parola da dire, che non sia troppo difficile, che non sia troppo banale. Una parola per dire qualche cosa di me. Una parola per chiedere qualche cosa per me o per la gente che amo.
Propongo che l’oratorio diventi un ritrovarsi per sostare con Gesù, oltre che per tutte le altre cose. Chi sa stare con Gesù impara a pregare come lui, ad amare come lui, a vedere il mondo con i suoi occhi.