Liturgia: un segno di accoglienza (1)
I domenica di Quaresima
Accoglienza della assemblea – La Quaresima
Iniziamo a guardarci attorno nella chiesa:
- é cambiato il colore. Dell’ambone (che é il luogo da cui si proclama la Parola del Signore), dell’altare, degli abiti del celebrante …
- sono spariti fiori e candelabri, la tovaglia si é fatta leggera …
Quaresima é un cammino di 40 giorni verso la Pasqua
– chi guida il cammino? chi sceglie la strada?
– qual è il nostro compito nel cammino?
- seguire: quindi non dobbiamo pensare noi a cosa fare ma dobbiamo guardare cosa fa Gesù. Tutti dietro a lui, non ognuno per la sua strada, come spesso pensiamo la vita cristiana.
- camminare insieme: se il cammino é “sequela” occorre imparare a camminare insieme, ad andare tutti allo stesso passo, a non correre avanti e a non rallentare il cammino.
In questa quaresima vogliamo imparare a “seguire” il Signore Gesù e a camminare insieme, a partire dalla celebrazione della messa. La Chiesa con la quaresima non propone un cammino ai singoli, come se ognuno fosse libero di andare dove vuole e quindi di scegliersi la propria la strada. La mèta é unica: “fare Pasqua con Gesù” e il nostro compito é seguire le indicazioni che il Signore ci offre ogni domenica, in ogni tappa del cammino.
Il cammino inizia e già oggi Gesù ci mostra la sua “via”, la strada che decide di percorrere.
Per aiutarci nel cammino la Chiesa e la liturgia ci mettono davanti dei segni, dei cartelli stradali che dobbiamo imparare a leggere.
- il colore dei vestiti quaresimali é il viola: non é il colore dei funerali o della penitenza. E’ il colore che la Chiesa ha scelto per ricordarci la misericordia di Dio. Per questo la liturgia si veste di viola in avvento e in quaresima, quando ci confessiamo o quando si celebra un funerale: ci ricorda la misericordia del Signore, di cui non ci dobbiamo mai dimenticare. Qui troveremo sempre accoglienza e comprensione.
- in questo tempo di misericordia ci viene tolto, per riprenderlo dopo, l’inno alla gioia che la Chiesa esprime con la parola “alleluja” (=lodate il Signore) e il canto del “gloria” . Ci vengono tolti perché impariamo a capirne il valore e l’importanza. Ora siamo invitati a farne a meno così da esultare nella veglia pasquale quando torneremo a cantare l’alleluja e il gloria.
- analogamente ci viene chiesto di rinunciare alla celebrazione dell’Eucarestia in tutti i venerdì, per sperimentare la privazione, per non abituarci, e tornare a gioire quando sarà Pasqua (venerdì senza Eucarestia).
- ci viene chiesto, infine, un segno concreto di rinuncia personale, da fare insieme a casa, rinunciando a qualcosa di importante, come il cibo, venerdì prossimo e il venerdì santo. Il digiuno é un segno, richiesto a chi é grande e in buona salute, per confermare a noi e al Signore il nostro impegno concreto e solidale. E’ l’occasione di evitare tanti consumi di cui sappiamo di poter fare a meno.
- Ci viene infine richiesto di camminare insieme: la liturgia é un costante dialogo tra il celebrante e l’assemblea. Il primo esercizio che cerchiamo di fare insieme é quello di sentirci partecipi di questo dialogo, unendo la propria voce a quella dei fratelli e delle sorelle. E quindi cercare di farlo insieme, senza correre e senza rallentare, condividendo le pause, l’intonazione, l’espressione. Domenica dopo domenica proviamo a sperimentarne la bellezza